GLI ANNI 1982/1993
Le prime opere (Sonatina per pianoforte, Tre liriche per soprano e pianoforte su testi di Federico Garcia Lorca) evidenziano già la tendenza verso una scrittura eterogenea, sintesi di tradizione classica e popolare.
Un desiderio di ricerca formale spinge successivamente il lavoro nel solco dell’avanguardia. Sarà un’esperienza breve: con una sintesi più consapevole nasce un linguaggio che non disprezza recuperi neoromantici, il jazz o la musica leggera. Sono le premesse per un totale superamento del concetto assoluto di dissonanza.
In questa prima fase nascono opere come Solo I per flauto, Versi per clarinetto in si bemolle e voce media (frammenti da Paul Eluard), Solo II per clarinetto in si bemolle, Composizione 1985 per arpa, Haiku per violino, Due studi per viola e il Quartetto n.1 per archi.
Il ripensamento sulle posizioni avanguardistiche avviene già con Quattro canzoni da camera per voce e pianoforte (testi di Bruno Zarzaca), Liedchen per soprano e pianoforte (testo di Sandro Penna) e, in modo più compiuto, con Le Canzoni di Adriana (testi di Adriana Fiorentini) per voce e pianoforte.
Sarà tuttavia Don Perlimplino, operina da camera per quattro cantanti e quindici strumenti, a segnare un primo momento di sintesi linguistica compiuta.